La storia dell’azienda Perillo è quella di una famiglia di lunga tradizione viticola in Castelfranci, piccolo centro della Valle del Calore e della zona dì produzione del Taurasi DOCG. Per molti anni la famiglia Perillo ha prodotto uve aglianico trasformandone solo una parte, poi nel 1999 hanno deciso di imbottigliare e commercializzare con un proprio marchio, puntando sulla qualità e la riconoscibilità dei propri vini. I vigneti sono tutti ubicati a Castelfranci e in parte a Montemarano, tra il fiume Calore e l monti Picentini, a circa 500 metri di altitudine: il clima è continentale, con inverni freddi e spesso nevosi ed estati calde ma mai torride, con rilevanti escursioni termiche notturne. Ciò fa sì che la maturazione delle uve sla estremamente tardiva ma anche molto regolare anche nelle annate più difficili. Nelle vendemmie molto calde le escursioni termiche consentono di salvaguardare i profumi e le acidità, nelle annate piovose il clima asciutto e ventilato evita problemi di marciume e si riescono ad ottenere ugualmente uve concentrate e ricche dì zuccheri. Su questo aspetto Incidono anche fattori agronomici: l’azienda Perillo può contare su vigne molto vecchie, alcune delle quali innestate su piede franco, che producono un aglianico molto particolare, dal grappolo spargolo e con acini piccoli, che in zona viene chiamato “coda di cavallo’ per la forma allungata. l terreni sono tenaci, ricchi di argilla scura e componenti calcaree, le pendenze piuttosto accentuate. Il risultato finale di queste singolari condizioni pedoclimatiche è la bassissima resa produttiva: in alcune annate le vigne dell’azienda Perillo non producono più di 30 quintali di uva per ettaro. Sono queste le materie prime che vengono utlizzate peri tre vini prodotti dalla cantina il Taurasi DOCG, l’Irpinia Campi Taurasini DOC e l’Irpinia Coda di Volpe DOC
Il vino
Millesimo abbastanza irregolare nell’areale del Taurasi Docg, talmente che molti produttori, viste le piogge e il caldo umido di agosto e settembre, hanno deciso di non imbottigliare. Perillo, invece, ha tirato fuori probabilmente un aglianico abbastanza memorabile che, nonostante la gioventù, tira fuori una complessità prorompente giocata tutti sui toni agrumati, floreali, balsamici e fruttati. Al sorso non possiamo che apprezzare il grande equilibrio reso sartoriale grazie alla perfetta fusione di tannini, acidità e materia fruttata che spingono il Taurasi verso una lunghissima chiusura sapida. Perillo con questa annata cambia completamente registro, punta a produrre un aglianico più verticale, in punta di piedi ed è lo stesso Felice che conferma questa tesi visto che, per la prima volta, il Taurasi ha svolto 24 mesi di affinamento in legno alternando botte grande da 20 hl e barrique di terzo e quarto passaggio.
Abbinamenti
Da accompagnare a cacciagioni e selvaggina nobile e a grandi formaggi stagionati.