Tra i Paesi del cosiddetto “Nuovo Mondo” vitivinicolo (in opposizione al “Vecchio Mondo”, ovvero l’Europa) il Sudafrica è il più vecchio, con una storia che risale alla metà del 1600. Precisamente si hanno notizie del primo raccolto commerciale sudafricano nel 1659, da viti importate dagli olandesi qualche anno prima. Una linea di confine tra il vecchio e il nuovo, che risulta anche nel bicchiere, che normalmente offre da un lato la classicità, la austerità e l’eleganza dei vini del vecchio continente e dall’altro la ricchezza del frutto maturo, le note boisé e i tannini morbidi che hanno fatto la fama delle nuove regioni vinicole.
Questo “Lomond Sugarbush Sauvignon Blanc” non è un eccezione. Proveniente dall’estremo sud del Paese, laddove Oceano Atlantico incontra l’Oceano Indiano, da un cru di vecchi viti coltivate con metodi biologici, mostra pulizia all’olfatto e purezza del frutto al palato, con sensazioni di agrumi e frutta tropicale, mineralità distintiva, un leve tocco erbaceo, e grande piacevolezza.
Abbinamenti
Aperitivi, piatti a base di pesce, crostacei, frutti di mare, molluschi. Accompagna anche carni bianche e formaggi freschi