Siamo nel Beaujolais, alle porte della Borgogna, quando nel 1982 un giovane Jean Foillard prende in mano l’azienda di famiglia – acquistando una casa in prossimità del famoso Côte du Py (vulcano spento) – con il sogno di portare le sue bottiglie in giro per il mondo. Il Beaujolais è patria dell’uva gamay e la tecnica più utilizzata, talvolta a sproposito, è la macerazione carbonica o, come nel caso di Foillard, semi-carbonica. “La macerazione semi-carbonica prevede invece che nella vasca, assieme ai grappoli interi, si trovi una certa quantità di liquido, esito o dello schiacciamento degli acini per il loro stesso peso o di uno starter appositamente preparato. Questo mosto inizia ben presto a fermentare e può essere usato per praticare dei rimontaggi, così che nello stesso ambiente coesistano la fermentazione intracellulare tipica della macerazione carbonica e un principio di alcolica classica.” (Giorgio Fogliani, Possibilia)
Il vino
Derivata da vecchie viti situate sulle croste delle lave balsamiche, questa finissima interpretazione della macerazione carbonica rivela la quintessenza di un Gamay con una dolcezza incomparabile. Non facile rendere meglio l’espressività a parole, per una volta vale la pena fidarsi.
Abbinamenti
Carni rosse grigliate con sughi saporiti, preparazioni a base di agnello, arrosto e formaggi stagionati.