Il vino “anticamorra” e contro tutte le mafie.
La falanghina DOC Selva Lacandona è il primo vino prodotto su un bene confiscato in Campania: proviene infatti dall’uva coltivata sul fondo rustico “Amato Lamberti” di Chiaiano, un terreno di 14 ettari confiscato nel 2001 ad un clan camorristico e affidato alla cooperativa “Resistenza“.
Ma ciò che più conta in questo progetto è che, nel vigneto lavorano braccio a braccio detenuti, minori dell’area penale, ragazzi a rischio e volontari, supervisionati da esperti vitologi ed enologi.
Selva Lacandona curato con prodotti biologici, innestato su piede franco, si presenta come vino dal carattere lento e formativo, dal sapore “salato” tipico delle terre vulcaniche e garantisce tutta la qualità dei vini dei Campi. La vinificazione curata da Cantine degli Astroni impreziosisce ancor di più la qualità del prodotto e la natura del progetto sociale.
La falanghina Selva Lacandona ha il sapore schietto del riscatto sociale e dell’onesto lavoro agricolo, dell’impegno di tutti e di ciascuno”. Nel fondo ogni estate si avvicendano decine di ragazzi provenienti da tutta Italia per lavorare insieme nel nome della legalità e scambiarsi esperienze di resistenza civile.
Il vino
Una bella etichetta vivace e colorata per enfatizzare la storia legata a questo vino e per accendere un arcobaleno di speranza sul progetto di ridare nuova vita, piantando la vite, al terreno sequestrato alla camorra: è sulla collina di Chiaiano, entro le mura della città di Napoli, che è la seconda metropoli più vitata in Europa dopo Vienna.
Il vino è buono, schietto, come spesso sa essere la falanghina; un vino bianco semplice, mai banale e di antica memoria su queste colline vulcaniche e sabbiose. Profumi di fiori bianchi, di buccia di agrumi, sottile, fresco e salato. Il sorso vivace e luminoso cancella il peso del male, placa gli animi, illumina i giorni fino a poco fa solo immaginati.
La falanghina della speranza.