Brunello di Montalcino: si è scritto e detto di tutto di questo monumento dell’enologia mondiale. Sappiamo dove viene prodotto, sappiamo che viene fatto con uve Sangiovese Grosso, che si affina e riposa almeno 5 anni prima di essere messo in commercio, ok la teoria l’abbiamo acquisita, quindi sappiamo bene cosa aspettarci, siamo tentati di passare ad altro, a tentare nuove scoperte, eppure…
Eppure… ogni volta che ci capita di aprirne una bottiglia, ogni singola volta, il Brunello di Montalcino ha qualcosa di nuovo da raccontare. Un’annata famosa come il Poggio all’Oro del 1999, un giovane appena “sfornato” come il Poggio Sant’Arna di Colleoni , una cantina sperduta nell’universo dei produttori oppure una grande casa o “Maison” come dicono al di là delle alpi, tutti i bicchieri hanno sempre una loro personalità.
Tra grandi chef e sommelier che si sbizzarriscono con gli abbinamenti e le creazioni al limite dell’impossibile e gli amanti del vino da meditazione il Brunello di Montalcino non può mai mancare. Senza scomodare i Santi, (i Biondi Santi in questo caso) si possono bere ottimi Brunello di Montalcino senza spendere una fortuna. Quindi caro o economico, raro o diffuso, da meditazione o da tutto pasto l’importante è non far mai mancare una bottiglia di ottimo Brunello nella propria cantina.
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