I tempi cambiano, e anche il tempo. Anzi, sarebbe più giusto dire: il tempo fa cambiare i tempi.
Proprio così, perché perfino la più tradizionale ed imperturbabile Bordeaux si trova costretta a rinunciare a parte della sua storia e del nazionalismo francese per aprirsi a nuove, quanto radicali, trasformazioni.
Infatti, per adattarsi ai cambiamenti climatici che stanno influenzando drasticamente la produzione di vino, il sindacato dei produttori di Bordeaux (AOC Bordeaux e Bordeaux Supérieur) ha approvato all’unanimità l’uso di 7 nuove varietà di uva.
Si tratta di quattro vitigni a bacca rossa: Touriga Nacional, Marselan, Arinarnoa e Castets; e di tre a bacca bianca: Alvarinho, Petit Manseng e Liliorila.
Quindi parliamo di varietà tipiche di altre regioni francesi, alcune ben lontane da Bordeaux, ma ancora più sorprendente è che, nel caso di Touriga Nacional e Alvarinho, si tratta addirittura di uve portoghesi!
La scelta è ricaduta su queste varietà principalmente perché sono di vendemmia tardiva ed hanno la capacità di mantenere una buona acidità di fronte ai cambiamenti climatici.
I primi vigneti dovrebbero essere piantati l’anno prossimo. I produttori sono autorizzati ad avere il 5% dei loro vigneti piantati con queste varietà e ad usarne il 10% nel loro blend finale.
Che dire ai nostri cugini d’oltralpe…certo, scelta comprensibilissima, però insomma, dove vanno a finire la tanto decantata tradition, le terroir, le magnifiques cépages che tanto esaltavate fino a cinque minuti fa?
Morale della favola: le calamità naturali fanno diventare umili 😊
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