Il vino si chiama Muscadet, ma non ha nulla a che vedere con il Moscato. L’uva si chiama Melon de Bourgogne, ma non ricorda il melone, né viene dalla Borgogna. Certo che questi francesi sono proprio difficili da capire. Eppure si tratta di una tipologia di vino interessantissima, perfetta per gli amanti di crostacei e frutti di mare, specialmente in “crudité”.
Siamo nella Valle della Loira (non lontano da Nantes), celebre per i suoi castelli, ma altrettanto famosa per i suoi grandi vini. Specialmente bianchi. Il termine muscadet sembra che derivi da una sua caratteristica aromatica: è, infatti, un vino che ha un gusto “muschiato”. In etichetta troviamo anche un’altra terminologia: sur lie. É un gergo tecnico della vinificazione, che significa semplicemente “sulle fecce”: si tratta di un particolare metodo di affinamento che prevede che dopo la fermentazione, il vino venga lasciato riposare sui suoi residui, fecce appunto, fino al momento dell’imbottigliamento. Questa pratica conferisce al vino maggiore complessità di aromi e sapori, oltre a donargli maggior longevità.
I francesi lo bevono sulle ostriche fresche. Di fatto, grazie alla sua spiccata sapidità e freschezza, il Muscadet è il partner perfetto per il crudo di mare, ma in generale per qualsiasi preparato a base di pesce.
E allora perchè non provarlo con i piatti della nostra tradizione costiera? Da nord a sud i piatti che prevedono molluschi, crostacei, frutti di mare e varietà di pesce sono innumerevoli, e, se è vero che si sposano alla perfezione con i bianchi delle nostre regioni, d’altra parte provarli con un vino francese che sembra essere nato per questo è un’esperienza assolutamente da provare.
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